Dall’articolo di Infospettacoli
Il mio nome è Maria Gaia Piccini e discendo da una famiglia fiorentina con alle spalle una lunga tradizione nel campo della gioielleria a Firenze, con diversi negozi sul Ponte Vecchio. Rappresento la quarta generazione di passione, tradizione e esperienza in questo settore. Alberta Risaliti, madre di mio padre Carlo Piccini, era la figlia dell’argentiere Aristodemo Risaliti, titolare di un’azienda produttrice di oggetti in smalto, oro e argento situata in via De’ Bardi – in prossimità del Ponte Vecchio – distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. È stato uno dei primi gioiellieri di Firenze con l’attività “A.Risaliti – Al Gioiello Artistico”.
Tebaldo Piccini, mio nonno paterno, era figlio di Pirro Piccini, un famoso incassatore che aveva lavorato per la famiglia Settepassi, ed era gioielliere di fiducia di alcune famiglie nobiliari.
Tebaldo si occupava degli acquisti e delle vendite degli argenti e dei gioielli, comprando all’estero nel Regno Unito, in Olanda e in Francia.
Suo fratello Armando era il creatore dei gioielli e, tutt’oggi, alcune delle sue opere sono conservate al Museo degli Argenti a Palazzo Pitti a Firenze. I due fratelli Tebaldo e Armando, insieme al padre Pirro, dopo il conflitto Mondiale fondarono il negozio Fratelli Piccini sul Ponte Vecchio, dove si trova tutt’ora. Ebbe inizio così la tradizione della dinastia Piccini, celebri gioiellieri a Firenze, in Toscana e nel mondo.
Nel corso degli anni siamo passati attraverso molteplici vicende caratterizzate da grandi successi e da altrettante difficoltà, in un teatro di avvicendamenti, diatribe, partnership e scissioni del marchio Piccini.
Nel corso della mia crescita personale e professionale sono stata profondamente influenzata da mia nonna Alberta Risaliti Piccini, persona con uno straordinario gusto per il bello, oltre che nota imprenditrice e prima donna a gestire un’attività orafa di famiglia, la “A.Risaliti – Al Gioiello Artistico” sul Ponte Vecchio, condotta da lei stessa a partire dal 1930 fino all’età di 93 anni.
Quando avevo 19 anni incontrai nel negozio di mio padre Madame Mahin Fallah, nobildonna persiana e nota collezionista di gioielli dalla raffinatezza ineguagliabile. Ci ha unite un forte legame, tanto da essere per 3 mesi sua ospite a Londra, in uno dei suoi appartamenti a South Kensington. Durante il soggiorno mi presentò ai suoi amici e familiari ed ebbi il privilegio di conoscere Marina Bulgari, la famosa gioielliera di fama internazionale.
Posso affermare con certezza che queste tre donne siano state le mie Mentori, coloro che mi hanno fatto comprendere i valori che caratterizzano l’eccellenza dell’imprenditoria femminile: creatività, gusto per il bello e lungimiranza.
Oggi sono madre orgogliosa di tre figli, Ginevra, Benedetta e Michelangelo, ai quali dedico le mie collezioni.
Il Triangolo presente nei miei gioielli rappresenta il legame tra passato, presente e futuro. Maria Gaia Piccini Pontevecchio è infatti il frutto dei semi immessi da quelle tre straordinarie donne che oggi porto in me insieme alla mia tradizione familiare e ai profondi legami con le mie discendenze.
Un grazie profondo a tutte le persone che mi hanno ispirato nella creazione del mio progetto.
Sono felice di avervi avuti vicini, complici e giudici perché probabilmente non avrei creato Maria Gaia Piccini Pontevecchio.
Un grazie speciale a mio padre Carlo Piccini per i preziosi consigli e infinitamente grata alla mia amica e designer Christina Fallah, per avermi motivata e incentivata in questo progetto.
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